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Il nuovo Canzoniere Veronese

Dal 2016

Grazia De Marchi e Il Nuovo Canzoniere Veronese

concerti di canti e danze popolari

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Voce: Grazia De Marchi 

Fisarmonica, voce: Giuseppe Zambon 

Chitarra, voce: Michela Cordioli 

Violino, voce: Piero Parona 

Flauti e cornamusa: Emanuele Zanfretta

 

Canti Della Nostra Storia

Rappresentazione in musica e canti dei sentimenti, delle passioni, del lavoro e della cultura tutta dei nostri antenati riguardante l'area contadina con riferimento anche all'area urbana e ai piccoli avvenimenti privati e pubblici che hanno fatto la nostra storia. Ballate, villotte, filastrocche e danze raccolte nel Veneto ed in particolare nella provincia di Verona e riproposte da Grazia De Marchi in veste moderna ma nel rispetto della tradizione musicale e dello stile con cui sono state tramandate, con la convinzione che la propria storia, le proprie radici e la memoria viva di chi ci ha portato fin qua, debba essere mantenuta vitale per poter crescere e andare avanti in questo mondo sempre più povero di cultura e sempre più uniformato. 

Il lavoro musicale di Grazia inizia negli anni settanta con un grosso lavoro di ricerca e riproposta dei canti nella provincia di Verona. Decine di ore di registrazione dove brani integri si alternano a frammenti ricostruiti attraverso i manoscritti del Righi e del Balladoro trovati presso la biblioteca civica di Verona.

I musicisti che la accompagnano sono altresì impegnati anche in altri repertori, cosiddetti colti, ma tutti sono consapevoli del valore della cultura della nostra storia e ne trasmettono lo spirito.

Come gli alberi, senza radici non c'è crescita. Senza storia non c'è futuro.

PROGRAMMA

Ohi Nina cara, Vilota a ballo, La te timbola, Marideve butelote, I vol che me marida, Manfrina di Zardini, Il cielo è una coperta ricamata, Ci t’ha fato, Ninna nanna, La Mosca mora, Sotis 32 e Sotis di Valdiporro, Il macellaio, Se te toco, Bel uselin, La Ballerina, Polka del Tasin, La bicicletta, La mia mamma l’è vecchierella,…

 

Drento la stala conte, soto la stela cante

Il concerto  vuole rappresentare il mondo contadino del periodo invernale vicino al Natale, con i suoi rituali: un misto di profano e religioso.

Le fredde sere invernali passate a far filò nelle stalle, tra gli animali che riscaldavano con il loro alito, con gli anziani che raccontavano ai bambini storie di orchi e di fade per farli andare presto a letto, le ciàcole delle donne sui fatti locali, i canti di tanto in tanto intonati, a cui tutti partecipavano.

E ancora i ‘canti de la stela’, una vera e propria questua praticata nei giorni che precedevano il Natale da gruppi di giovani che intonavano canti natalizi sulla porta di ogni abitante del paese, in attesa di un dono in natura da parte del padrone di casa (polenta, farina, salame, vino…), canti che raccontano la nascita di Gesù Bambino, l’arrivo dei Re Magi, ma anche la richiesta esplicita di cibo per la questua e la benedizione della casa a cui sono rivolti i canti. 

Non manca la piva (la cornamusa) che con il suo magico suono porta subito il pubblico indietro nel tempo, a far filò nella stalla con Grazia De Marchi e i suoi musicisti.

PROGRAMMA

Questa notte è nato in terra, Signori patroni, Nina ghè qua l’inverno, La mia mama l’è vecchierella , Ci t’ha fato, Mosca mora, Nina nana, El primo a vegner al mondo, Pastorale, Bondì felice notte, Il cielo è una coperta ricamata, Balè cantè butele, Maridève butelote, Polka di Zorzone, Siamo qui con la gran stella, Se fe la carità

 

El brentòn de la cultura

Concerto di canti tradizionali raccolti da Cesare Furnari nella Bassa Veronese

Il concerto propone 14 brani scelti e arrangiati dal gruppo musicale, tra i tanti raccolti negli anni ’70 da Cesare Furnari e dai suoi alunni di scuola media di Oppeano, nella Bassa Veronese, pubblicati nell’omonimo libro da CIERRE Edizioni.

In questa raccolta è soprattutto l’immaginario femminile a parlare, cioè quella componente della società patriarcale abituata sostanzialmente a subire, sopportare, ubbidire, quasi sempre senza possibilità di replica. Al marito e alle istituzioni, ai genitori e alla suocera, all’amore/amante sempre libero di prevaricare. 

Ballate, canti narrativi, canti di lavoro: un patrimonio culturale che non deve essere dimenticato, pubblicato in un CD, grazie al lavoro di Grazia De Marchi, dei suoi musicisti e grazie al contributo dei Comuni di Verona, di Oppeano e della Regione del Veneto.

PROGRAMMA 

Sento il fischio del vapore, La bela la va in campagna, Angiolina, Ecolo là ch’el tira el spago, La bela violeta, Canti delle mondine: A la matina il late fredo, Mamma mia che treno lungo, O mamma mia non piangere, Mamma de la mia mamma, Un bel giorno del mese di Aprile, L’inglesa, Le rondinelle, Quando ero picina picina, E gli alberi son fioriti, La vien giù da le montagne, Donna lombarda (al baldorè), Il cacciatore nel bosco

 

I canti da osteria

Il concerto I canti da osteria propone canti tradizionali veneti cantati prevalentemente in osteria, che Grazia De Marchi ha raccolto e imparato dai personaggi più caratteristici conosciuti appunto nelle osterie di Verona e dintorni: dal Cristo ai Malgualivi, dalla Ca’ del diaolo di Tregnago alla Contrà di Fumane, per citarne alcune.

Canzoni che parlano di vino, di piacere, di compagnia, e naturalmente quando il vino inebria non possono mancare i doppi sensi, qualche parola grassa, ma soprattutto un sano divertimento. 

Nel 2009 questo programma è stato inciso con etichetta Azzurra Music e distribuito con il giornale veronese L’Arena.

PROGRAMMA

Pellegrin che vien da Roma, L’anitra, E co’ lo zigo zago, L’è volato, Il cacciatore nel bosco, Gh’è tante signorine, Piero Balota, Buongiorno signor reverendo, Prendi ‘sto caro, Il macellaio, Lo spazzacamino, O butele o butelote, Se te toco, L’uselin de la comare, El minestròn

 

Donna Lombarda

In questo concerto vengono proposti  alcuni tra i più celebri canti narrativi della tradizione popolare del Nord Italia. Con una attenta analisi e comparazione dei testi (dalle storiche raccolte del Nigra o del Righi, e dalle registrazioni degli anni ’70 della De Marchi e di altri etnomusicologi veneti) sono state ricostruite quelle storie antiche che hanno accompagnato la vita di tante donne: storie raccontate con un linguaggio fiabesco, semplice e nello stesso tempo ricco di simboli e significati nascosti. 

Ecco allora che il canto popolare diventa un modo, accessibile anche ai più semplici, per entrare nell’inconscio e mettervi ordine, attraverso la rivisitazione degli archetipi ben rappresentati dai personaggi di queste ballate. 

PROGRAMMA:

L’inglesa, Donna Lombarda, La pesca de l’anello, La barbiera, La pastora, La bella s’endormensa, Susanna vatti a vesta, O Pinota, La parricida, La ragazza assassinata, La vien giù da le montagne, Angiolina, Mamma de la mia mamma,… e altre ancora

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